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I migliori Vini del Salento

La tradizione vitivinicola nel Salento ha origini molto antiche, sin dal 2000 a.C.: in epoca classica Brindisi ed Egnazia rappresentavano alcuni dei più importanti porti vinicoli.

Una grande tradizione ha fatto quindi della Puglia e del Salento in particolare, una delle zone vinicole per eccellenza e ai primissimi posti nel campo della vitivinicoltura italiana con i suoi vini, rossi, bianchi e aromatici rosati di eccellente qualità.

I migliori vini, fiore all’occhiello del Salento e che allietano le calde serate in questa splendida terra, sono il “Negroamaro” e il “Salice Salentino”, il “Susumaniello” e il “Primitivo di Manduria”.

E proprio nella XV edizione de “La selezione del Sindaco” il primo posto è andato proprio al Falco nero salice salentino riserva del 2009 prodotto da uve del vitigno “Negroamaro”, originario del comune salentino di Novoli.

Il Negroamaro

Il Negroamaro è un vitigno molto antico, si pensa risalga al VI secolo a.C. e nasce come miscela fino ad affermarsi oggi come il più noto vino tra quelli autoctoni della regione Puglia.

I vitigni che si occupano della produzione di questo vino si trovano nella provincia di Brindisi, Taranto e Lecce.

Il vino Negroamaro, bianco, rosato o rosso porpora, trae dalla terra rossa argillosa e dal clima secco il suo sapore corposo con retrogusto amaro e il suo profumo di more e di tabacco.

Dai vitigni del “Negroamaro” si produce il Salice salentino, col suo sentore fruttato e note di ciliegia e prugna per un gusto piuttosto corposo: è perfetto per piatti gustosi come carne e primi sostanziosi.

Il Susumaniello e il Primitivo di Manduria

Susumaniello è un termine che fa riferimento ad un somaro: il vino molto raro a bacca quasi nera è chiamato così perché i grappoli crescono rigogliosi pesando sulla pianta. Le “Tenute Rubino” nel brindisino sono una delle poche che si dedicano alla viticoltura di questo vino.

C’è infine un altro vino gioiello del Salento: il Primitivo di Manduria, un vitigno proprio della Messapia e precisamente nel tarantino, una terra che porta ancora testimonianze dell’antica civiltà Messapica: basti pensare alla “Necropoli di Manduria”.

Questo vitigno cresce e matura sulla terra rossa o nera argillosa, proprio nei pressi delle bianche dune sul mar Ionio.

Proprio a Manduria si trova il più antico “Consorzio produttori vini” che ha fatto conoscere questo vino fuori dalla regione che è sede del “Museo della Civiltà del Vino Primitivo” che mostra utensili propri della vita rurale del posto.

Il top di questo vino è costituito dal “Primitivo non filtrato” e la sua gradazione va dai 14° ai 16° a seconda se è secco o dolce.

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