Dolmen e Menhir del Salento: un Viaggio nel Giardino Megalitico di Giurdignano
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Chi ama viaggiare concorderà sul fatto che non è facile, soprattutto per il viaggiatore esigente, individuare la meta perfetta, quella che mette insieme tutte le infinite declinazioni di un viaggio: storia, arte, cultura, archeologia, bellezze naturali, buona gastronomia, movida e divertimento.
Spesso ci si accontenta di trovare solo qualcuna di queste caratteristiche e se si viaggia con persone con passioni diverse dalle proprie si finisce per fare una vacanza molto lontana da come l’avevamo sognata.
La ricchezza archeologica del Salento
Il Salento rappresenta la meta perfetta per qualsiasi viaggiatore, perché oltre al mare limpido, alle spiagge di sabbia bianca che si alternano alle baie frastagliate di scogli, ai paesaggi pittoreschi, alla storia e molto altro, è ricco anche di interessanti siti e monumenti archeologici, come i dolmen e i menhir, che testimoniano insediamenti umani già in epoche preistoriche, in particolare tra la fine del neolitico e l’età del bronzo.
I dolmen sono monumenti funerari megalitici, composti da due pietre piantate nel terreno che sostengono una lastra, mentre i menhir sono blocchi unici costituiti da pietre oblunghe piantate verticalmente nel terreno. Sono presenti in varie zone del nostro Paese, ma la concentrazione maggiore si trova a Giurdignano che per l’alta concentrazione di questi monoliti di origine preistorica è considerato “Il giardino megalitico d’Italia“.
La funzione dei dolmen e dei menhir
Se gli archeologi concordano sulla funzione funeraria dei dolmen, è meno chiaro a cosa fossero destinati i menhir.
Visto che non si trovano in una posizione perfettamente verticale, ma presentano una precisa inclinazione, alcuni archeologi ritengono che potessero essere dei segnali direzionali per agevolare l’orientamento o antichi strumenti astronomici.
Altri propendono per la funzione rituale, ossia per propiziare la fecondità del terreno e la raccolta delle messi.
Gli appassionati di new age sostengono che questi monumenti siano stati eretti per segnalare che quella zona era particolarmente carica di energia e questo permetteva all’uomo preistorico, ancora in contatto con i cicli della natura, di connettersi con quella preziosa fonte energetica.