Porto Cesareo tra torri costiere e masserie fortificate
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Le più antiche testimonianze di insediamenti umani a Porto Cesareo risalgono al XVII a.C., mentre ai tempi dei romani l’allora Cesarea Romana era uno scalo portuale di una certa rilevanza.
A causa della palude dell’Arneo e delle scorrerie dei pirati non ci sono stati insediamenti stabili per secoli interi, almeno fino a quando nel XVI secolo Carlo V non ha pensato di dotare la costa di torri di avvistamento per difenderla dai Turchi. Da Porto Cesareo a San Cataldo è un tutt’un susseguirsi di torri.
Torri di avvistamento e colonne sommerse
Le torri di Porto Cesareo sono tre: Torre Cesarea, Torre Lapillo e Torre Chianca.
Costruita direttamente sulla roccia, Torre Cesarea ha forma quadrangolare e si compone di due piani comunicanti. A base quadrata è Torre Lapillo, che è una delle più grandi del tratto costiero ionico ed è dotata di una scalinata d’accesso scandita da tre archi a tutto sesto.
Torre Chianca o Torre di Santo Stefano merita un capitolo a sé perché sorge su Scala di Furno, un sito archeologico in cui sono state rinvenute tracce di epoca protostorica. Sui fondali su cui affaccia Torre Chianca giacciono i resti di cinque colonne romane in marmo, probabilmente finite in mare in seguito al naufragio della nave che le trasportava.
Sono visibili a occhio nudo, ma chi si immerge godrà di uno spettacolo privilegiato.
Museo di Biologia Marina
Risale all’età di Carlo V anche la costruzione dei complessi masserizi che punteggiano le campagne di Porto Cesareo, fra i quali si segnalano Masseria La Zanzara, Masseria Il Console e Masseria Trappeto.
Porto Cesareo comprende una delle riserve naturali più grandi d’Italia: i segreti della flora e della fauna sono svelati dal Museo di Biologia Marina, che ospita oltre 900 reperti di animali acquatici e dà accesso anche a un’aula multimediale.
L’ultimo itinerario all’insegna dell’arte fa tappa a Punta Prosciutto, dove il writer Hula ha recentemente dipinto a olio un ritratto femminile a filo d’acqua impiegando come tela un muro abbandonato.