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Il Pasticciotto. Come E Dove Nasce Il Re Della Pasticceria Salentina

Il pasticciotto è uno dei dolci tipici della tradizione salentina. Da secoli, infatti, viene gustato da bambini e adulti e il suo ricordo è legato ai giorni di festa e ai sapori genuini di casa propria. Questa gustosa pietanza sembra essere originaria di Galatina, una città nota per le sue splendide architetture e i palazzi barocchi. Passeggiando lungo i vicoli si può sentire il profumo del pasticciotto e, seguendo il dolce aroma, giungere fino alla pasticceria dove tutto ha avuto origine.

La pasticceria del pasticciotto

Proprio a Galatina si trova la pasticceria dove è nato il pasticciotto. Si tratta di una magnifica costruzione perfettamente conservata e arredata secondo lo stile che caratterizzava i caffè costruiti durante i primi anni del Novecento. E’ un ambiente particolarmente caloroso e raffinato, con mobili in mogano scuro, specchi che ornano le pareti e un bancone monumentale che occupa il centro della sala. Secondo la tradizione, proprio in questo luogo Nicola Ascalone nel 1745 inventò il dolce che poi ebbe una larghissima diffusione. Il giovanissimo pasticcere, dopo aver creato delle torte per un cliente facoltoso, notò che era avanzata della pasta frolla e della crema pasticcera. Non volendo buttar via questi preziosi ingredienti sfruttò la sua creatività per creare un qualcosa di nuovo, che ebbe poi un grandissimo successo.

Come si prepara il Re della Pasticceria Salentina

Nicola foderò delle piccole ciotole in latta con la frolla tirata col mattarello, dopodiché le riempì con la crema pasticcera avanzata. Per garantire una migliore cottura coprì il tutto con la pasta rimanente, spennellata con del rosso d’uovo. Dopo qualche tempo in forno caldo, il dolce era pronto per essere assaggiato. Secondo la tradizione, giunse in quel momento un curato amico di famiglia in pasticceria: vedendo questa creazione dall’aspetto un po’ goffo decise di chiamarlo pasticciotto. Nonostante il nome che può sembrare dispregiativo, l’uomo tornò il giorno dopo ordinandone degli altri. Da quel momento il dolce ebbe una larghissima diffusione in tutto il Salento, oltre che nel resto d’Italia. Ancora oggi la ricetta è rimasta pressoché invariata, mantenendo il sapore e l’aspetto di un dolce ormai legato alla tradizione. E’ una pietanza che può essere definita ‘povera’ e che fu utilizzata anche durante tutto il periodo delle guerre mondiali. Rappresentava allora, e lo fa tuttora, una piccola coccola da regalarsi durante i giorni di festa, un pensiero dolce per omaggiare un amico o un parente. Da gustare appena sfornato o leggermente tiepido, è parte essenziale della perfetta colazione dolce e un peccato di gola irrinunciabile per tutti i salentini.

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