Estate tempo di Festa: ecco quali erano gli antichi giochi salentini
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In passato i ragazzini non si rintanavano in camera loro a giocare con lo smartphone/tablet/PC né passavano ore davanti alla TV, anzi non vedevano l’ora che arrivasse l’estate per stare in compagnia divertendosi davvero con poco. Qui sono elencati i giochi più gettonati tra i giovani di una volta.
Gioco delle Biglie
Le piccole sfere di vetro colorato venivano considerate come dei veri e propri tesori: si scambiavano e si vendevano; quelle più grandi e colorate avevano maggior valore.
La partita iniziava con la creazione di una buca nel terreno dentro la quale bisognava far entrare una biglia da una determinata distanza; il vincitore aveva diritto a iniziare.
Lo scopo era quello di colpire le biglie dell‘avversario colpendo le proprie con un colpo creato dal pollice e dal medio. Si terminava all’esaurimento delle palline.
Rubare frutta e altre primizie
I bambini si radunavano in gruppi più o meno numerosi per recarsi in campagna a rubare frutta o altre primizie dai campi.
Il divertimento consisteva nell’evitare di farsi scoprire dai proprietari, la cui reazione non era certo bonaria.
Lippa
Era un gioco costituito da un pezzo di legno qualsiasi a cui veniva data la forma di una pala per essere trasformato in una mazza.
Con del legno di ulivo si realizzava invece un punteruolo in modo che potesse essere lanciato con facilità.
Prima di iniziare la partita veniva tracciato un cerchio sulla terra a cui ogni giocatore, per vincere, doveva far avvicinare il più possibile il punteruolo lanciato da una certa distanza.
Per raggiungere il suo intento aveva tre possibilità (truccù, tricchì, triccà erano i rispettivi nomi dei colpi che dovevano essere pronunciati prima di effettuare ogni singolo lancio).
Carro Armato (u carrarmatu)
Si recuperava un rocchetto di filo usato, le cui estremità esterne venivano scanalate a mo’ di ruote dentellate.
Nella parte cava veniva invece infilata una vecchia camera d’aria da bicicletta, che veniva tesa da due chiodi o legnetti posti all’esterno.
Sul chiodo più lungo veniva avvolto l’elastico per diverse volte e poi rimosso, in modo che una volta messo per terra, il rocchetto iniziasse a camminare esattamente come un carro armato.