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Monteruga, un paese fantasma nel cuore del Salento

Monteruga è un paese fantasma situato in Salento, un posto dove il tempo è fermo nel passato. Percorrendo le strette stradine si ha l’impressione di essere stati catapultati indietro nel tempo e di poter intravedere le persone che abitavano il posto, affaccendate nelle loro mansioni quotidiane.

La storia di Monteruga

Monteruga si trova nei pressi di Torre Lapillo, Salice, San Pancrazio e Veglie ed è un insediamento nato durante l’epoca fascista. Il villaggio è stato fondato con l’intento di riunire tutti gli abitanti delle masserie del circondario, che vivevano fino a quel momento in nuclei sparsi, senza strutture comuni in cui ritrovarsi. Fu costruito il frantoio, una grande piazza, una scuola, un tabaccaio, il campo da bocce e una chiesa, tutti luoghi che caratterizzavano la vita comune, fatta di duro lavoro e di passatempi. Doveva essere un centro edificato all’insegna dello sviluppo e della vita comunitaria, il prototipo di un nuovo insediamento perfettamente funzionante e funzionale. Con la privatizzazione e l’acquisto delle strutture dai privati, c’è stato l’improvviso abbandono dell’area. Negli anni Settanta le terre fertili attorno a Monteruga sono state contese da diverse aziende e ciò ha causato la fine dell’abitato ed il trasferimento delle famiglie in altre zone del Salento.

Cosa vedere in giro nella città

Il sito è segnalato sulle mappe stradali e per accedervi bisogna ignorare i cartelli che indicano la proprietà privata e proseguire verso gli edifici. Passeggiando lungo le strade si viene avvolti da un’atmosfera particolarmente suggestiva: attraverso gli edifici diruti e le porte divelte, si ha un’immagine dei fantasmi delle vite trascorse in questo luogo. Il centro del villaggio è caratterizzato dalla chiesa, le cui porte appaiono abbattute e l’interno pieno di intonaco crollato. Sulla piazza sono affacciate delle strutture ormai fatiscenti, ma che un tempo appartenevano agli uomini più facoltosi della città. Oltre queste case, si trovano quelle più umili dei contadini, spesso abitazioni stagionali rese più confortevoli da mobili in legno lavorato e tende. Molti arredi e oggetti si possono ancora scorgere dalle finestre: lasciando vagare la fantasia si possono vedere le donne affaccendate nelle pulizie e gli uomini seduti a riposare davanti ai camini. Solo pochissime abitazioni avevano il bagno interno, mentre le altre erano composte da una piccola cucina e una stanza da letto; erano case semplici, dove la vita si svolgeva in maniera felice ed il passare del tempo era scandito dal trascorrere delle stagioni e dalle feste religiose. Gli anziani che abitano nei paesi vicini saranno lieti di raccontare ai visitatori i tempi che furono, gli amori nati tra quelle mura ormai diroccate, la nascita di nuove vite e le storie di un passato che sembra lontano, ma che ancora sopravvive attraverso la memoria collettiva.

 

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